La democrazia sacrificata ai Signori del Silicio
- sinistraitalianage
- 24 mar
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Non è un segreto che, da almeno 40 anni, la democrazia e lo Stato di diritto siano sotto attacco, continuamente incalzati dalla controrivoluzione neoliberista iniziata con Thatcher e mai davvero arrestata.
Con l’evoluzione tecnologica degli ultimi vent’anni, sempre più rapida e sempre più incontrollabile, e l’accumulazione di enormi capitali (quindi di potere) nelle mani di pochissimi, le possibilità di contrastare questa deriva diventano sempre più ridotte e le armi nelle nostre mani, per difenderci, sempre più spuntate.
L’elezione di Trump per il suo secondo mandato non è altro che il frutto degenerato e la dimostrazione più recente e preoccupante di questo fenomeno.
Negli ultimi anni, una ristretta cerchia di grandi aziende tecnologiche, quelli che Morozov chiama “i Signori del Silicio”, ha ottenuto un potere senza precedenti grazie al controllo sull'economia dei dati.
Colossi come Google, Amazon, Meta (Facebook) e Apple raccolgono sistematicamente enormi quantità di informazioni personali trasformandole in risorse estremamente redditizie, utilizzate per influenzare profondamente l'opinione pubblica.
La velocità con cui evolvono queste tecnologie, alimentata da una logica accelerazionista, cioè mirata a una crescita rapida e incessante della tecnologia e dell'economia, ma anche a esasperare i conflitti sociali per imporre definitivamente il dominio del libero mercato su ogni aspetto della società, ha reso possibile accumulare sempre più dati e manipolare con grande precisione contenuti e informazioni. Questo scenario favorisce la polarizzazione sociale, l'emergere di estremismi e la diffusione di disinformazione, indebolendo drammaticamente la capacità dei cittadini di partecipare in modo consapevole alla vita democratica.
Un caso emblematico e inquietante è quello di Cambridge Analytica (cioè lo scandalo del 2018 in cui si scoprì che Cambridge Analytica raccolse illegalmente dati personali da milioni di utenti Facebook per manipolare l'opinione pubblica tramite pubblicità politica mirata, influenzando, ad esempio, le elezioni presidenziali USA del 2016), che ha mostrato quanto sia rischioso concentrare un tale potere nelle mani di poche multinazionali tecnologiche. La democrazia, però, può funzionare realmente solo quando l'informazione libera è accompagnata da una cittadinanza istruita e dotata di spirito critico.
Non a caso, leader autoritari come Trump puntano proprio a indebolire l'istruzione pubblica, ad esempio cercando di smantellare il Dipartimento dell'Educazione negli USA, sapendo che una popolazione meno istruita è più facile da manipolare e maggiormente incline a credere alle fake news, diventando così estremamente vulnerabile alla disinformazione. Allo stato attuale, sia qui in Europa sia nella potenza imperiale più ricca e potente del mondo (cioè gli USA), manca sia l’informazione libera che una cittadinanza dotata di senso critico.
A voler fare del complottismo sembrerebbe che questo sia un disegno ben preciso: rendere la popolazione sempre più ignorante, incapace di distinguere il vero dal falso e di formarsi una propria opinione; concentrare le fonti di informazione nelle mani di pochi ultramiliardari; controllare così l'opinione pubblica per permettere ai pochissimi megaricchi, già detentori di un potere economico mai visto prima, di impossessarsi e di spolpare anche il suo contraltare politico. Le istituzioni diventano così funzionali al loro progetto di espansione economica senza limiti, costruita affamando i più, tutto nel silenzio delle masse, sempre più individualiste ed atomizzate, che, impegnate a inseguire la propria sopravvivenza, lottare per le briciole e manipolate attraverso i mezzi di informazione, restano ignare di tutto.
Allora c’è da chiedersi: possiamo ancora definire tutto ciò democrazia o stiamo forse migrando sempre più verso un nuovo governo dei “migliori”, una nuova aristocrazia?
Di fronte a tutto questo, è essenziale che la società civile reagisca con forza, chiedendo nuove regolamentazioni che difendano la democrazia e i diritti dei cittadini dal profitto privato.
È necessario che gli Stati tornino ad investire in ricerca ed istruzione di qualità e che ci siano regolamenti stringenti per il possesso dei mezzi di informazione (sia vecchi, come giornali, TV e radio, che nuovi, come i social media), che non possono essere lasciati nelle mani di pochi, grandi, gruppi industriali.
Fonti gratuite e pubblicamente accessibili:
Rapporto Pew Research Center su privacy e dati (2023): https://www.pewresearch.org/internet/2023/01/24/privacy-and-data-sharing/
Report Cambridge Analytica e Facebook (BBC, 2020): https://www.bbc.com/news/topics/c81zyn0888lt/cambridge-analytica
Digital Economy Report ONU (2021): https://unctad.org/webflyer/digital-economy-report-2021
Analisi accelerazionismo (BBC Future, 2023): https://www.bbc.com/future/article/20230117-the-dangers-of-accelerationism
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